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Dal 22 al 26 agosto la quarta edizione del Festival “Laguna Sud – Il Cinema fuori dal Palazzo”

today18 Agosto 2018 6

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A Chioggia il meglio del cinema indipendente e un laboratorio di cinema del reale. “Laguna Sud” è il festival ideato e diretto da Andrea Segre e Giorgio Gosetti, diventato ormai un appuntamento stabile dell’estate in laguna. Andrà in scena nel cuore della città storica, al chiostro dell’Isola di San Domenico e nel cortile di Palazzo Grassi – ingresso libero.

Giunge alla sua quarta edizione LAGUNA SUD – IL CINEMA FUORI DAL PALAZZO, progetto speciale di Giornate degli Autori alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, promosso dal Comune di Chioggia, Pro Loco Chioggia e Sottomarina, Fondazione Clodiense onlus e ZaLab, con la direzione artistica di Andrea Segre e Giorgio Gosetti.

Quattro serate per quattro film, che si potranno vedere in doppia proiezione: alle ore 21 nella location consueta, il magnifico chiostro dell’Isola di San Domenico e, data la capienza ridotta di posti a sedere, anche nel vicino cortile di Palazzo Grassi alle 21.30. Chi non trovasse posto o chi trovasse difficoltoso accedere all’Isola San Domenico, potrà dunque approfittare di una seconda proiezione mezzora più tardi.

Una seconda novità riguarda il programma, che si arricchisce della presentazione di due libri. Giovedì 23 agosto, alle ore 19, nel cortile di Palazzo Grassi, Andrea Segre presenterà il suo primo romanzo La terra scivola (Marsilio) e venerdì 24 agosto, stessa ora e stesso luogo, Pietro Del Soldà, filosofo, saggista e conduttore radiofonico, presenterà il saggio Non solo di cose d’amore (Marsilio, 2018).

Venendo ai film, le quattro pellicole scelte per questa edizione rappresentano non soltanto una selezione dalle Giornate degli Autori dello scorso anno, ma anche l’opportunità di vedere dei film che, pur non avendo partecipato alle Giornate, ben rappresentano l’idea di cinema d’autore che sta a cuore alle Giornate stesse e l’idea da cui è nato il festival Laguna Sud.

Si inizia mercoledì 22 agosto con Nico 1988 di Susanna Nicchiarelli (Italia, Belgio 2018) e si prosegue giovedì 23 agosto con Dove cadono le ombre di Valentina Pedicini (Italia, 2017); venerdì 24 agosto sarà la volta di Corpo e anima di Ildikò Enyedi (Ungheria 2017) e si conclude sabato 25 agosto con A Ciambra di Jonas Carpignano (Italia, Brasile, Francia, Germania, 2017).

Domenica 26 agosto, ultima serata del festival, sarà tutta dedicata ai temi e ai prodotti del laboratorio di cinema del reale che per tutta la durata del Festival sarà condotto da Andrea Segre con Michele Ajello e Davide Crudetti su un tema particolarmente sensibile del nostro quotidiano: “Chi ha paura del barbasucòn?”

«Il tema su cui lavoreranno una decina di giovani videomakers provenienti da diverse regioni italiane – spiega il regista Andrea Segre – invita a riflettere sul ruolo di leggende e fiabe nel nostro rapporto con la paura e sulla paura stessa che se raccontata e vissuta con cura diventa esperienza di educazione e non strumento per costruire distanze e discriminazioni».

Alle ore 21 nel cortile di Palazzo Grassi, andrà in scena Ombre – paure tra favole e vino, un reading a due voci di Mirko Artuso con Sergio Marchesini, in cui la musica accompagnerà alcune pagine di Zanzotto, Buzzati, Calvino e Trevisan. A seguire la proiezione dei cortometraggi prodotti durante il laboratorio.

Sinossi dei film in programma e trame dei libri:

Nico 1988 – Gli ultimi anni di Christa Päffgen, in arte Nico. Musa di Warhol, cantante dei Velvet Underground e donna la cui bellezza era indiscussa, Nico vive una seconda vita quando inizia la sua carriera da solista. Qui seguiamo gli ultimi tour di Nico e della band che l’accompagnava in giro per l’Europa negli anni ’80: anni in cui la “sacerdotessa delle tenebre”, così veniva chiamata, si è liberata del peso della sua bellezza e inizia a ricostruire un rapporto con il figlio.

Dove cadono le ombre – Anna e Hans, infermiera e suo assistente di un istituto per anziani, l’ex orfanotrofio che li ha visti prigionieri nell’infanzia, vivono come intrappolati nel tempo e nello spazio. Dal passato riappare Gertrud e il nastro dell’orrore sembra riavvolgersi.

Corpo e anima – Mária e Endre lavorano nello stesso mattatoio industriale nella periferia di Budapest, lei come responsabile del controllo di qualità, lui come direttore amministrativo. Nel corso di colloqui di routine, la psicologa aziendale Klára scopre che i due condividono ogni notte lo stesso sogno: entrambi si ritrovano in una foresta calma e innevata dove sono due leggiadri cervi che si amano. Venuti a sapere della strana coincidenza, Mária e Endre decidono di non ignorare l’intimità che li lega nei loro sogni.

A Ciambra – Ad “A Ciambra”,  piccola comunità rom nei pressi di Gioia Tauro, vive Pio, adolescente sveglio e smaliziato cresciuto molto in fretta. Tra alcol, fumo e furti, segue le orme criminali del fratello Cosimo, intessendo relazioni con tutte le diverse realtà etniche e sociali presenti nel suo degradato quartiere. Quando il padre e il fratello vengono arrestati è lui che deve provvedere al sostentamento della numerosa famiglia, dimostrando di essere davvero un uomo.

La terra scivola di Andrea Segre. Un grande buco, una voragine, si apre una notte, silenziosamente, in una strada di Torpignattara, a Roma, proprio di fronte al condominio dove abitano Francesca e Yasmine. Francesca viene da Padova e occupa l’appartamento di sua zia Ada, che sta male ed è in ospedale: è scesa a Roma per poterla finalmente conoscere, prima che sia troppo tardi. Yasmine, moglie e madre, è arrivata anni prima dal Bangladesh. Le due si incontrano, si parlano, diventano amiche. Il grande buco intanto rimane lì, sotto la loro casa. Gli abitanti del quartiere ci guardano dentro, cauti: ma che cosa ci sia sotto, ma dove porti, non si capisce. Con una voce affettuosa e coinvolgente, Andrea Segre racconta una storia delicata e difficile. L’intero quartiere di Torpignattara – una folla di personaggi che provengono da tutto il mondo, e tutto il mondo ricreano a Torpignattara-  è convocato: quasi come un coro, infimo e sradicato, ma dal canto potente.

Non solo di cose d’amore, di Pietro del Soldà. Come può un pensatore vissuto venticinque secoli prima di noi influenzare la nostra ricerca della felicità? Cosa ha da dire a un ragazzo che non si riconosce in quello che fa, a chi si sente solo e non sa costruire un vero rapporto con gli altri, a chi è portato a credere alle “fake news” o a una politica impegnata a costruire nuovi muri? Sono questioni di oggi ma con radici profonde che portano fino alla Grecia di Socrate. Partendo dalla sua esperienza di conduttore radiofonico, un mestiere fatto di domande e del confronto quotidiano con gli ascoltatori sui temi di attualità, Pietro Del Soldà ci accompagna lungo un viaggio sulle tracce di questa enigmatica figura. La sfida è quella di trovare nell’ironia e nelle contraddizioni di Socrate, protagonista dei “Dialoghi” del discepolo Platone, chiavi di lettura inedite e interpretazioni in grado di farci cambiare prospettiva sui nostri problemi, fornendo spunti da mettere a frutto in ogni ambito, dalle relazioni con gli altri alla politica.

Scritto da: Redazione

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