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In questi giorni, il ceto peschereccio italiano è stato destinatario di misure normative governative finalizzate ad agevolare lavoratori e imprese per affrontare la contingente situazione economica connessa all’emergenza epidemiologica da COVID-19.
Con l’art.78 del Decreto legge del 17 marzo 2020, n°18 “Cura Italia” è stata prevista l’attivazione di uno stanziamento totale di 100 milioni di euro su un Fondo destinato al settore agricolo e all’arresto temporaneo delle attività di pesca per tutte le imprese.
In attesa dei provvedimenti attuativi del Decreto legge, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali – MIPAAF, attraverso la Direzione Generale della pesca marittima e dell’acquacoltura, ha comunque diramato alcune procedure per permettere alle imprese di pesca di accedere alla corresponsione dei contributi che saranno previsti.
L’operatività di dette misure sarà garantita attraverso il Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera, in ragione della dipendenza funzionale dal MIPAAF, per il quale svolge, oltre alla vigilanza sull’intera filiera della pesca marittima, anche funzioni di gestione amministrativa della flotta da pesca nazionale.
La Guardia Costiera avrà il compito di contribuire alla diffusione delle indicazioni promanate dal Ministero e raccogliere le istanze provenienti dal ceto armatoriale, svolgendo la funzione di “sportello unico per il mare”, con l’obiettivo di fornire il necessario supporto a tutte le marinerie nazionali e garantire un dialogo costante con le imprese interessate dalle misure.
La circolare della Direzione Generale della pesca marittima e dell’acquacoltura riportante le predette misure è presente sul sito del Ministero delle politiche agricole e forestali
(https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/15265) e sui siti istituzionali dei singoli comandi territoriali della Guardia Costiera.
Scritto da: Redazione
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