Dalla città metropolitana

Da Venezia il mondo del lavoro lancia “#RimbalzaItalia: misure per contrastare l’emergenza”

today28 Aprile 2020 3

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Un documento scritto a più mani e firmato da 65 associazioni del territorio metropolitano veneziano. Si tratta di #RimbalzaItalia, il dossier presentato stamattina dal sindaco Luigi Brugnaro durante una conferenza stampa in web-conference dalla Smart Control Room dell’Isola nova del Tronchetto. Nel documento sono state inserite “misure per contrastare l’emergenza e ripartire con un nuovo slancio” che hanno trovato il consenso di un lungo elenco di realtà economiche e sociali del territorio lagunare e che si aggiungono al documento di proposte inviato al Governo il 14 aprile scorso sottoscritto dai 44 sindaci dell’area metropolitana di Venezia e alle proposte condivise dai 7 sindaci delle città capoluogo del Veneto una settimana più tardi.

Alla conferenza, oltre al primo cittadino, hanno partecipato anche gli altri autori del documento, ossia l’assessore al Bilancio Michele Zuin, il commercialista e già viceministro all’Economia Enrico Zanetti e il presidente nazionale dell’Ordine dei Commercialisti Massimo Miani. “Abbiamo chiamato questo documento #RimbalzaItalia perché al suo interno sono state inserite misure per rilanciare l’economia ed il lavoro – ha dichiarato il sindaco Luigi Brugnaro – vogliamo essere ottimisti e propositivi e crediamo di essere in grado di lanciare proposte e idee. Chiediamo che il governo si concentri sulla filiera turistica, ma questo dossier ha ottenuto l’appoggio anche di tutte le categorie del commercio, industriali, artigianali, dei trasporti e dei servizi. Crediamo che ogni territorio debba essere riconosciuto responsabile della propria ripartenza, i veneziani non chiedono di vivere di assistenzialismo, ma del proprio lavoro. Alla comunità internazionale – ha aggiunto – dico che Venezia ce la farà di sicuro e invito a visitarla non appena sarà possibile. Ripartiremo con le spiagge e a settembre ci sarà anche la Mostra del Cinema della Biennale. Il governo ci deve ascoltare, perché questo è un popolo che vuole lavorare. Siamo persone che hanno grande fiducia, ma anche grande tenacia. Non possiamo permetterci di fermare ulteriormente una delle locomotive industriali principali del Paese”.

Parole condivise dall’assessore al Bilancio, Michele Zuin: “Venezia si propone come città capofila per uscire dalla crisi – ha affermato – una città che vuole lanciare proposte che non sono campate per aria perché sono il frutto di un rapporto forte con il territorio. Serve liquidità per il tessuto economico, per la prima volta ci siamo trovati di fronte a un blocco totale. Il nostro – ha aggiunto – è un appello al Governo, e soprattutto al ministro all’Economia Roberto Gualtieri, perché lanciamo proposte che hanno un fondamento tecnico, giuridico e soprattutto economico. Serve un vero e proprio ‘rimbalzo’ per uscire da una crisi che sta diventando sistemica”.

Il sostegno al settore turistico – Il documento #RimbalzaItalia si compone di 29 punti principali tra proposte di incentivi, sgravi, idee e scelte strategiche: in primis si concentra l’attenzione sulla crisi che, causa Coronavirus, si sta abbattendo sulla filiera turistica dell’intera area metropolitana veneziana, definita una delle “aree turistiche a vocazione internazionale” più emblematiche. Per il settore si chiede una durata della cassa integrazione, ai sensi degli articoli 19, 20, 21 e 22 del Decreto “Cura Italia”, di 52 settimane (al posto delle 9 previste “a livello generale”). Inoltre, per i lavoratori parasubordinati, autonomi o stagionali, si dichiara la necessità di poter contare, fino a marzo 2021, di un’indennità mensile di almeno 600 euro se non superiore. Si tratta di misure che si chiede vengano ampliate a tutte le attività economiche veneziane riconducibili alla filiera turistica: dalla ristorazione ai trasporti, dagli alberghi ai musei e agli spettacoli, fino alla cultura e all’organizzazione di eventi.

Misure per la liquidità delle imprese – Ma è l’intero “sistema Paese” che il documento analizza: tra le criticità principali si segnala quello della liquidità delle imprese, specie quelle di dimensioni ridotte. Un problema che impone “un approccio degno della celebre frase di Mario Draghi ‘whatever it takes'”, si legge. “In questo caso significa liquidità subito a tutti coloro che ne hanno bisogno adesso e che la meritano – si continua – E’ necessario allungare i tempi per la restituzione dei finanziamenti portandoli ad almeno 20 anni”. Di più: nell’apprezzare la decisione del Governo di prevedere prestiti bancari garantiti dallo Stato fino al 25% del fatturato dello scorso anno di un’azienda, si chiede che questa percentuale venga aumentata fino al 50%, “specie per le PMI”. Rimuovendo al contempo gli ostacoli per l’accesso al credito: “E’ indispensabile che tutte le imprese possano beneficiare di questa iniezione di liquidità”, si afferma.

Il settore dell’edilizia – Ulteriori misure di rilancio vengono individuate per il settore dell’edilizia: “Consentire di cedere a titolo gratuito alle banche per 10 anni le quote di detrazione per lavori in ambito familiare, come il recupero del patrimonio edilizio o i lavori di efficientamento energetico, consentirebbe un’immediata iniezione di liquidità a un costo minimo per lo Stato”, si dichiara.

Sospensione delle scadenze fiscali – Naturalmente la crisi di liquidità delle imprese non può che essere acuita dalla necessità di rispettare le scadenze fiscali: si propone quindi di rinviare i versamenti dei saldi Irpef, Ires, Irap, e le relative imposte sostitutive in scadenza al 30 giugno 2020, al 2021 e 2022, cancellando per quest’anno anche i minimi contributivi. Con la stessa logica si propone anche di dimezzare la ritenuta d’acconto Irpef sui compensi dei liberi professionisti dal 20% al 10%.

Misure per assicurare la continuità aziendale – Nel documento si lanciano inoltre idee per assicurare la continuità aziendale in fatto di capitalizzazioni e si individuano misure di sostegno per le locazioni, sia commerciali che abitative: se nel decreto “Cura Italia” il Governo ha previsto la corresponsione di un credito di imposta del 60% del canone di locazione effettivamente pagato per il mese di marzo 2020 per negozi e botteghe, “la misura deve necessariamente essere estesa ai canoni pagati ad aprile – si legge – e ad altre tipologie di immobili, come gli uffici, i magazzini, i laboratori, le palestre, gli alberghi e le pensioni, i teatri, cinema, sale da concerti”. Con una specificità in più per l’area veneziana e per le altre zone a principale vocazione turistica internazionale: “Per quest’ultime la misura deve trovare applicazione per almeno 12 mesi a decorrere dala dichiarazione dello stato di pandemia da parte dell’Oms”. Allo stesso modo si chiede che venga introdotto un credito di imposta del 60% anche a favore del locatore (si tratti di un impresa o di un privato) commisurato alla parte di canone mensile che egli rinuncia a esigere, passando in futuro al “criterio di cassa per l’imponibilità e la deducibilità dei corrispettivi e delle spese relative a locazioni” e alla creazione di un “fondo nazionale per il sostegno delle locazioni abitative”. Un’operazione che, nei Comuni a vocazione turistica, si chiede venga accompagnata da incentivi fiscali per la trasformazione degli immobili da ricettivi a residenziali, anche attraverso una legislazione speciale.

Le altre misure di sostegno – Il sostegno alle imprese, nel periodo di imposta caratterizzato dall’emergenza Coronavirus, si chiede che si sviluppi anche attraverso: la sospensione dei limiti di deducibilità del reddito di impresa degli oneri finanziari di competenza del 2020 fino al 30% del reddito operativo lordo; l’eliminazione di ogni vincolo legato alla precedente iscrizione a Enti o fondi bilaterali preclusivo dell’accesso al sistema di integrazione salariale; la sospensione per tutto il 2020 del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali; un taglio generalizzato delle aliquote Iva (garantendo così una riduzione delle imposte per i cittadini, a vantaggio della domanda interna); appositi sgravi fiscali per almeno un triennio per l’acquisto di pacchetti turistici in Italia; l’eliminazione della regola sul limite di utilizzo delle perdite fiscali; la sospensione nel 2020 degli indici sintetici di affidabilità economica (Isa) e dei meccanismi presuntivi e di misurazione della normalità economica delle imprese; la sospensione delle sanzioni penali (sempre per il 2020); la sospensione dal 17 marzo 2020 al 31 luglio, o comunque al termine dell’emergenza, dei canoni demaniali relativi ai porti turistici, agli approdi turistici e ai punti d’ormeggio; la riduzione (o la sospensione) dei canoni demaniali marittimi a carico delle strutture ricettive e degli stabilimenti balneari per il 2020. Il tutto di pari passo a un incremento nel 2020 e 2021 del Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale, settore falcidiato dal “lockdown” generalizzato causato dall’emergenza Coronavirus, specie nel territorio metropolitano veneziano.

Le “scelte strategiche per la ripartenza” – Oltre alle misure di sostegno, nel dossier #RimbalzaItalia si mettono nero su bianco alcune “scelte strategiche per la ripartenza”: si chiedono “regole e tempi certi”, la conferma del decreto “sblocca cantieri” anche per il 2021 e 2022 e il rifinanziamento del Bando Periferie con almeno 1 miliardo di euro. Si punta sull’economia circolare e “green” (specie per Porto Marghera, il trasporto pubblico e la gestione dei rifiuti), sulla sburocratizzazione e sull’incremento per il 2020 e 2021 del Fondo Unico dello spettacolo di almeno 200 milioni di euro “per garantire la sopravvivenza economica e finanziaria di tutte le forme artistiche e culturali d’Italia”.

Scritto da: Redazione

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