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Baldin (M5S): “Deposito Gpl: dopo il doppio stop, Zaia batta un colpo. Per il porto di Chioggia puntare su pesca, turismo, diportistica e commercio”

today3 Giugno 2020 1

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“Il doppio no sulla prosecuzione dei lavori e sull’utilizzo della banchina è una buona notizia per i residenti di Chioggia, che speriamo si trasformi nel primo passo per rallentare prima, e frenare poi, l’iter dell’impianto”.

Lo affermaErika Baldin, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle che aggiunge: accolgo con soddisfazione i pronunciamenti del Ministero dello Sviluppo Economico e dell’Autorità di Sistema Portuale che bloccano le attività di Socogas”.

“Fin dall’inizio – ribadisce la consigliera M5S – ho sempre dimostrato la mia ferma contrarietà a questo grande deposito. È un progetto che, per la sua natura, rischia di compromettere il già precario equilibrio ambientale della laguna di Chioggia, le sue potenzialità turistiche e la sicurezza dei cittadini. Un pericolo reale, come ha ben dimostrato il recente incendio alla 3V Sigma di Marghera. Quel rogo, e le sue conseguenze, ci ha dato l’immagine concreta di quello che potrebbe succedere anche a Chioggia, se qualcosa andasse storto nel sito da 9 mila metri cubi di Gpl”. “È un fronte che mi vedrà impegnata con ogni mezzo, al fianco dell’amministrazione comunale e dei comitati, purtroppo, lasciati soli dalla Regione che, in questi anni, non si è mai vista. Il Presidente Zaia, solitamente iperattivo anche su questioni marginali, a Chioggia invece è desaparecido. Invito il Presidente a intervenire su questa vicenda, per il bene e la salute dei cittadini. Il vero nodo da affrontare, è quello sul futuro dell’infrastruttura marittima di Chioggia che, a mio modo di vedere, è da incardinare su pesca, turismo, diportistica e commercio. Va fatto un ragionamento articolato, puntando su questi ambiti, perché abbiamo un porto commerciale che va subito ampliato, anche per poter alleggerire la pressione turistica sul centro storico di Venezia. Per questo, al porto di Chioggia va negato qualsiasi destino industriale, che rischia di trasformarlo in una bomba ambientale e lo metterebbe ai margini dello scenario socio-economico degli anni a venire”, conclude Erika Baldin.

Scritto da: Redazione

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