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Via libera all’acquisto degli alberi di Natale nel weekend che precede la tradizionale Festa dell’Immacolata con quasi 3 italiani su 4 (72%) che scelgono di rispettare anche quest’anno una delle tradizioni nazionali piu’ popolari, tra piante vere o finte.
È quanto emerge dall’indagine sul sito www.coldiretti.it in occasione dell’entrata in vigore del DPCM che consente finalmente anche le vendita di piante e fiori anche nei centri commerciali e nei mercati sia nei giorni feriali che prefestivi e festivi in tutta Italia. La norma contenuta nel DPCM in vigore fino al 15 gennaio 2020 fortemente sostenuta dalla Coldiretti fa finalmente chiarezza e viene salutata con iniziative lungo tutta la Penisola nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica a partire da quello di Roma in via San Teodoro 74 con il tutor del verde, di Milano in via Friuli 10/A zona Porta Romana e quello di Napoli al Parco San Paolo di Fuorigrotta in via Guidetti 72 (programma su www.campagnamica.it)
Se nella maggioranza delle case prevale l’albero finto, quello vero è atteso da oltre 3,5 milioni di famiglie nel rispetto di una tradizione che deve però fare i conti sia con la crisi economica che con la riduzione degli spazi domestici – sottolinea www.coldiretti.it – con le dimensioni delle piante che negli ultimi quindici anni si sono accorciate di quasi 50 centimetri con in media una altezza poco superiore al metro e mezzo. Oltre che per l’altezza i prezzi degli abeti naturali variano a seconda delle varietà ma complessivamente, comunque, – precisa la Coldiretti – gli abeti più piccoli vengono venduti a prezzi variabili tra i 10 e i 60 euro a seconda della misura, della presenza delle radici ed eventualmente del vaso, mentre per le piante di taglia oltre i due metri il prezzo sale anche a 200 euro per le varietà più particolari.
Gli abeti veri utilizzati come ornamento natalizio – rileva la Coldiretti – derivano per circa il 90% da coltivazioni vivaistiche specializzate mentre il restante 10% (cimali o punte di abete) dalla normale pratica forestale che prevede interventi colturali di “sfolli”, diradamenti o potature indispensabili per lo sviluppo e la sopravvivenza del bosco. In Italia la coltivazione dell’albero di Natale è concentrata prevalentemente in Toscana (province di Arezzo e Pistoia) ed in Veneto. In Italia gli alberi naturali – informa la Coldiretti – sono coltivati soprattutto nelle zone montane e collinari in terreni marginali altrimenti destinati all’abbandono e contribuiscono a migliorare l’assetto idrogeologico delle colline ed a combattere l’erosione e gli incendi.
L’albero naturale italiano concilia il rispetto della tradizione con quello dell’ambiente a differenza delle piante di bassa qualità importate dall’estero che raggiungono l’Italia dopo un lungo trasporto con mezzi inquinanti. Anche le piante di plastica– evidenzia Coldiretti – arrivano molto spesso dall’Estremo Oriente e non solo consumano petrolio e liberano gas ad effetto serra per la loro realizzazione e il trasporto, ma impiegano oltre 200 anni prima di degradarsi nell’ambiente. Grazie agli alberi di Natale naturali Made in Italy – sottolinea la Coldiretti – è possibile mantenere la coltivazione in molte aree di montagna con il terreno lavorato, morbido e capace di assorbire la pioggia in profondità prima di respingerla verso valle evitando i pericoli delle frane, mentre la pulizia dai rovi e dalle sterpaglie diminuisce il pericolo d’incendi.
L’emergenza Covid che colpisce il Paese in una delle tradizioni più sentite – conclude Coldiretti – sottolinea ancora di più l’importanza di restare uniti anche nel sostenere il lavoro e l’economia dei territori con un settore florovivaistico che conta 27mila imprese con circa 200mila posti di lavoro che si trovano in gravissime difficoltà.
Scritto da: Redazione