Dalla città metropolitana

Giorno della Memoria 2023: oltre 70 appuntamenti a Venezia per ricordare le vittime della Shoah

today15 Gennaio 2023 64

Sfondo
share close

Presentazione di libri, film, laboratori didattici, incontri, conferenze, spettacoli e visite guidate. Sono oltre 70 gli appuntamenti cittadini organizzati dal Comune insieme ad enti e associazioni per il Giorno della Memoria. Iniziative, anche di carattere didattico, volte a ricordare le vittime della persecuzione e dello sterminio nazifascista. Il ricco programma è stato illustrato stamani a Ca’ Loredan, alla presenza della sua promotrice, la presidente del Consiglio comunale Ermelinda Damiano.

Anche quest’anno l’Amministrazione, adempiendo alla legge 211/2000, presenta un ampio programma di iniziative per ricordare le vittime dell’Olocausto, degli effetti delle leggi razziali e tutti coloro che hanno messo a rischio la propria vita per proteggere gli ebrei perseguitati e deportati, organizzate con il coordinamento cittadino per il Giorno della Memoria, che comprende circa ottanta soggetti, tra enti, istituti e associazioni. La cerimonia cittadina per il Giorno della Memoria si svolgerà il 22 gennaio alle 11 al Teatro La Fenice, con la presenza del sindaco Luigi Brugnaro, del presidente della Comunità ebraica di Venezia Dario Calimani e del sovrintendente della Fondazione Teatro La Fenice Fortunato Ortombina. A seguire si terrà il “Concerto per la Memoria” di Pina Napolitano. Un concerto per pianoforte solo con musiche di Arnold Schoenberg. Ingresso gratuito su prenotazione .

Gli oltre 70 eventi organizzati, che si terranno in maniera diffusa sul territorio sino al 23 febbraio, sono quasi tutti a ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento posti. Si possono consultare nel programma generale, realizzato a cura del Servizio Produzioni culturali e rapporti con le università del Comune. Quest’anno saranno depositate 24 pietre d’inciampo in memoria dei cittadini veneziani deportati nei campi di sterminio nazisti. La deposizione avverà martedì 17 gennaio in due momenti: alle 10.45 in Campiello del Teatro (San Marco) e alle 14.45 in Corte Morosina (Cannaregio). Le pietre saranno posate davanti all’ultima dimora conosciuta dei veneziani deportati nei campi di  sterminio. Nell’itinerario pomeridiano prevista la presenza di Gunter Demnig, l’artista tedesco ideatore delle ormai famose Stolpersteine, il quale dal 1992 gira l’Europa per posare le pietre in ricordo di tutte le vittime del nazismo compresi Rom e i Sinti, gli omosessuali e i politici, i disabili fisici e mentali.

“E’ un grande onore per me – ha sottolineato la presidente Ermelinda Damiano – coordinare e partecipare ancora una volta al Giorno della Memoria, commemorazione che ha assunto negli anni forme sempre più ricche e articolate, ampiamente partecipate e trasversali. Costituisce un’occasione importante di riflessione storica, culturale e morale in difesa della libertà, contro ogni violenza e sopraffazione per far partire da Venezia un grande messaggio di frattellanza. Ma anche rispetto e condivisione.

Sono grata ad associazioni ed enti che ogni anno rendono possibile questo appuntamento con la propria dedizione: sono più di 80 i soggetti coinvolti che ogni anno rinnovano la loro offerta culturale rivolgendosi sempre più alle giovani generazioni. Venezia conferma la sua vocazione di città della memoria, un esempio virtuoso per quanto si è fatto in questi anni per tenere vivo il ricordo della Shoah. Grazie anche alle Municipalità cittadine che hanno aderito all’organizzazione”.

Presente alla conferenza di stamani anche Alberto Sermoneta, rabbino capo di Venezia, che ha portato la propria testimonianza: “Grazie per tutto quello che si fa per la giornata della Memoria, così fondamentale per la civiltà moderna. Non dovrebbe essere relegata solo ad un giorno, ma rappresentare un percorso, che prende il via il 28 gennaio per concludersi il 26 gennaio dell’anno successivo, durante il quale si riflette su quello che la Shoah ha lasciato. La memoria è fondamentale: significa mettersi nella stessa condizione di chi ha vissuto quelle barbarie, per fare in modo che ciò non si ripeta. Essere consci che quello che è successo in Europa è partito anche da qui, dall’Italia, con le leggi razziali istituite da Mussolini e applicate con l’indifferenza di chi le ha accettate.

Quando si parla di Shoah – ha proseguito il rabbino capo – si parla di nazifascismo e non solo di nazismo: è una cosa che ci riguarda in primo piano. La stragrande maggioranza degli italiani ha fatto finta di niente, tappandosi occhi e orecchie per non sapere. I campi dove gli ebrei venivano massacrati e trucidati erano campi di sterminio, non di concentramento, va chiarito bene. Paragonare Auschwitz ai campi profughi, come fa qualcuno, è un’offesa. Un campo di sterminio era una macchina perfetta per uccidere. La Shoah è stata la negazione assoluta dell’essere umano. Abbiamo un duplice dovere: recepire il messaggio dei reduci e trasmetterlo alle giovani generazioni, di padre in figlio. Alleniamo la memoria tutti i giorni, anche per quello che non ci piace raccontare: questo è il messaggio della giornata della Memoria. Speriamo si possa davvero inciampare sulle pietre d’inciampo e ragionare su ciò che è avvenuto”.

Ha portato il proprio contributo anche Luisella Pavan Woolfe, direttrice dell’ufficio di Venezia del Consiglio d’Europa: “Il giorno della Memoria è una testimonianza che l’Europa c’è. Prima di diventare giornata internazionale per celebrare la memoria dell’Olocausto è stata un’iniziativa dei ministri dell’Istruzione del Consiglio d’Europa. Giornalmente, da sette decenni, ci compattiamo per la difesa dei diritti umani nel vecchio continente e per la lotta ad ogni forma di discriminazione e all’antisemitismo. Quest’anno per il giorno della Memoria di Venezia abbiamo scelto la tematica dei Giusti fra le nazioni che verrà declinata con una mostra, con film e libri.  L’antisemitismo ci preoccupa molto, rendiamoci conto che odiosi fenomeni di intolleranza continuano ogni giorno in Europa. Grazie a tutti gli attori della vita culturale, religiosa, cittadina che hanno risposto all’appello del Comune”.

“I 70 appuntamenti che il Comune con le associazioni ha organizzato  – ha aggiunto Paolo Navarro Dina, vicepresidente della Comunità ebraica di Venezia –  sono la risposta migliore contro la discriminazione e l’antisemitismo. Un sentimento di generosità che ci accomuna, ci consolida e ci offre l’opportunità di riflettere su ciò che è stato. E’ stato svolto un lavoro collettivo di cui siamo orgogliosi come Comunità ebraica, ringraziamo il Comune. Tutto questo crea un circolo virtuoso di amicizia, collaborazione, generosità importante per la città”.

“Dieci anni di pietre d’inciampo a Venezia. Città che dopo Roma e con Milano ha più presenza di pietre” le parole invece di Marco Borghi, presidente della Municipalità di Venezia, Murano, Burano. “Quest’anno saranno posate a Venezia 24 pietre, 13 dedicate a uomini e 11 a donne deportati nei campi di sterminio. Tra loro la vittima veneziana più giovane della Shoah, di 2 mesi d’età, appartenente alla famiglia Nacamulli. Ci sarà un percorso mattutino e pomeridiano di deposizione delle pietre, con la partecipazione dei parenti delle vittime. Cresce la sensibilità di chi ha voluto donare una pietra, nonostante non avesse parenti deportati. Quest’anno ci sono sei donatori: è un nuovo modo di fare comunità. Le pietre d’inciampo posate a Venezia quest’anno diventano 159. Si tratta di uno strumento didattico eccezionale per le scuole, per attirare l’attenzione dei più giovani. Da dicembre è di nuovo online il sito dedicato alle pietre d’inciampo, con tutte le informazioni”.

Scritto da: Redazione

Rate it

0%