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A fronte di una caduta che nel 2020 parrebbe attestarsi al 10 per cento, nel 2021, invece, il Pil del Veneto dovrebbe tornare a crescere attorno al 5 per cento. Traducendo questa variazione in valori assoluti e nominali, emerge che nel 2020 la crisi avrebbe bruciato 14 miliardi di euro di ricchezza regionale. Durante quest’anno, invece, dovremmo risalire la china e recuperarne poco più della metà, registrando un saldo negativo in questo biennio di circa 7,4 miliardi.
Sono questi i risultati che emergono da una analisi condotta dall’Ufficio studi della CGIA in merito alla comparazione del valore aggiunto prodotto in Veneto nel biennio 2020-2021. Segnala il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo: “A livello pro capite stimiamo che l’anno scorso ogni veneto ha perso mediamente 2.870 euro di reddito, mentre quest’anno ne riguadagnerà 1.537 euro. Nel biennio 2020-2021, pertanto, il saldo sarà negativo e pari a 1.333 euro. Quest’anno, quindi, assisteremo ad un rimbalzo della nostra economia che ci farà recuperare solo una parte della contrazione registrata l’anno scorso. Di conseguenza, è verosimile sostenere che torneremo ad una situazione pre Covid non prima del 2024. Sarà perciò determinante spendere presto e bene i 209 miliardi di aiuti economici che ci arriveranno dall’Unione Europea. Altrimenti corriamo il rischio che la crisi economica in atto si trasformi in una crisi sociale senza precedenti, dove a pagare il prezzo più alto saranno i più deboli, come i giovani e le donne”.
Scritto da: Redazione