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Nel comune di Chioggia è stato registrato un’aumento di decessi, pari al 56,4% a marzo 2020 e al 58,8% ad aprile 2020, rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Ciò è quanto si evince analizzando i dati resi noti a fine dicembre 2020 dall’Istat, che ha confrontato il numero dei decessi avvenuti nel periodo compreso tra il 1 gennaio ed il 31 ottobre per la media degli anni 2015-2019 e per l’anno 2020.
Non sta di certo a noi certificare da che cosa sia dovuto questo aumento, è però innegabile il fatto che ciò coincide con il picco della diffusione della prima ondata della pandemia da Covid-19. Per dovere di cronaca va comunque anche evidenziato come, nei mesi di giugno, luglio, agosto e settembre, il valore registrato nel 2020 sia stato inferiore rispetto alla media 2015-2019.
La diffusione di questi dati è accompagnata da un report prodotto congiuntamente dall’Istat e dall’ISS, che consente una lettura integrata dei dati epidemiologici di diffusione dell’epidemia di Covid-19 della sorveglianza nazionale integrata Covid-19 dell’ISS e dei dati di mortalità per il complesso delle cause dell’Istat, il quale però non è disponibile il dato a livello comunale.
Secondo quanto riporta lo stesso ISTAT, dopo aver però analizzato in questo caso l’impatto dell’epidemia sulla mortalità totale della popolazione residente, lo scenario di diffusione epidemica può essere sintetizzato in tre fasi. La prima fase compresa nel periodo da febbraio alla fine di maggio 2020 (Prima ondata) si è caratterizzata per una rapidissima diffusione dei casi e dei decessi e per una forte concentrazione territoriale prevalentemente nel Nord del Paese. Nella stagione estiva, da giugno a metà settembre (Fase di transizione), la diffusione è stata inizialmente molto contenuta, ma alla fine di settembre si sono identificati focolai sempre più numerosi in tutto il Paese. A partire dalla fine di settembre 2020 (Seconda ondata) i casi sono di nuovo aumentati rapidamente con un ritmo esponenziale su gran parte del Paese e solo da metà novembre si è osservato un calo dell’incidenza.
Nella seconda ondata resta invariata la prevalenza della componente femminile (54%), ma diminuisce la classe di età mediana dei casi: 45-49 anni rispetto a 60-64 anni della prima ondata. Cala, in percentuale, il dato dei contagi registrato nella popolazione molto anziana (80 anni e più) che passa da 26% nella prima ondata a 8% nella seconda. Tale diminuzione è verosimilmente in gran parte dovuta all’aumentata capacità diagnostica tra le classi di età più giovani e nelle persone con sintomi meno severi.
Written by: Redazione