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“Il lockdown e la crisi economica da Covid-19 hanno messo a dura prova il settore del turismo balneare: la stagione estiva è stata fortemente compromessa dalla pandemia e i prossimi mesi si prospettano ancor più duri per i gestori di stabilimenti, bar o rimessaggi di barche. Nonostante questo, però, il Governo ha deciso con il decreto ‘Agosto’ di aumentare la soglia minima dei canoni demaniali marittimi da 362,90 a 2.500 euro annui. Una follia, per i titolari delle micro e piccole concessioni non commerciali. In questo momento, le imprese avrebbero bisogno solamente di ristori e misure a sostegno del lavoro e del reddito”.
Ad annunciarlo è Marco Dolfin, consigliere regionale del Gruppo Liga Veneta per Salvini premier, che aggiunge: “Per quanto asserito, ho presentato una mozione per chiedere alla Giunta regionale del Veneto di farsi portavoce con il Governo ed evitare questi aumenti spropositati”.
«Questa crescita esponenziale dei canoni non è stata imposta solo agli stabilimenti balneari, ma anche ai titolari di micro e piccole concessioni sul demanio marittimo – spiega il consigliere -. Parliamo quindi di ormeggi privati, cartelli pubblicitari, edicole, rimessaggi di surf e windsurf, campi da beach volley di associazioni sportive e dilettantistiche. Realtà che hanno visto pressoché azzerarsi le entrate nell’ultima stagione. A fronte di costi così elevati a molte realtà, per lo più a conduzione familiare, non resterà altra strada che chiudere. Non possiamo permettere che questo settore, così importante per l’economia della nostra regione, ma anche per il mantenimento delle nostre spiagge, sia messo in ginocchio da un Governo che, evidentemente, ha l’unico obiettivo di ‘fare cassa’”, conclude Marco Dolfin.
Written by: Redazione