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“Abbiamo avviato un confronto a livello nazionale con il Ministero dell’Agricoltura e delle Infrastrutture, per trovare una soluzione all’aumento dei canoni demaniali marittimi”. È quanto dichiara Coldiretti Veneto in merito alle segnalazioni riportate dalle aziende e cooperative di Impresa Pesca relativamente all’incremento del +25,15% dei canoni stabiliti per il 2023 che si ripercuote anche sugli allevamenti di molluschi del territorio concentrati nelle province di Rovigo, Venezia e Padova.
“Il servizio “ecologico e sociale” del settore a vantaggio della collettività è un valore che deve essere riconosciuto e sostenuto” – spiega Impresa Pesca motivando che il calcolo formulato prende a riferimento la media sul paniere Istat tra i prezzi all’ingrosso e quelli al dettaglio dell’anno scorso, quindi tra +40% e +9%, e risulta ingiustificato se si considera che l’inflazione si aggira attualmente al 12%.
“Con l’impegno di rivedere questa decisione con provvedimenti ad hoc – aggiunge Coldiretti Veneto – puntiamo ad assicurare migliaia di posti di lavoro in Veneto valorizzando l’impatto zero sull’ambiente sviluppato dalla molluschicoltura, attività a credito di carbonio: tre tonnellate di molluschi prodotti assorbono una tonnellata di CO2 che permette di regolare l’acidità del mare e delle nostre lagune. Occorre fermare questo ulteriore appesantimento degli oneri che gravano sulle imprese, in un momento già critico, che rischia di vanificare gli sforzi fatti fino ad oggi per il rilancio della produzione regionale”.
Scritto da: Redazione