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Stop agli interventi di senologia all’ospedale di Chioggia: scatta la mobilitazione

today27 Gennaio 2025 59

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Preoccupazione e polemiche sono scoppiate a Chioggia in seguito alla decisione di trasferire definitivamente tutti gli interventi di senologia dall’ospedale cittadino al polo sanitario di Mestre. Una scelta che sta suscitando indignazione tra i rappresentanti politici locali e regionali, le associazioni e i cittadini, i quali denunciano un grave depotenziamento dei servizi sanitari sul territorio.

Nei giorni scorsi, le consigliere di opposizione Barbara Penzo e Alessandra Penzo hanno chiesto la convocazione urgente della III Commissione comunale per discutere della vicenda, invitando il direttore generale dell’ULSS 3 Serenissima, Edgardo Contato, a fornire chiarimenti e soluzioni.

Le reazioni politiche

“Il trasferimento degli interventi di senologia da Chioggia a Mestre rappresenta un indebolimento del diritto alle cure che non possiamo accettare passivamente. Parliamo di una città di 50 mila abitanti che merita di avere garantiti servizi di questa importanza”, ha dichiarato Jonatan Montanariello, consigliere regionale del Partito Democratico.

Montanariello ha reso noto di aver avuto un lungo confronto telefonico con il direttore Contato e di aver richiesto un incontro urgente per discutere soluzioni alternative. “Non faremo polemiche sterili, ma vigileremo con fermezza. Il nostro territorio non può essere condannato al pendolarismo cronico, sia per lavorare che per studiare o curarsi. Vogliamo capire quali siano le prospettive per Chioggia e garantire il mantenimento dei servizi essenziali”, ha aggiunto il consigliere.

Anche Erika Baldin, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, ha espresso sconcerto per la decisione, annunciando l’intenzione di interrogare la Giunta regionale. “Quale sanità di prossimità è possibile se interventi come quelli di senologia vengono centralizzati a Mestre? Penso non solo alle pazienti, ma anche al personale costretto a spostarsi, con tutte le ripercussioni sul traffico e sui trasporti pubblici già carenti”, ha dichiarato Baldin.

La consigliera ha inoltre ricordato il contributo di associazioni come AUSER e ANTEAS, che offrono supporto logistico ai pazienti più fragili. Tuttavia, ha sottolineato come questa non possa essere una soluzione strutturale: “Non è accettabile che le periferie vengano depauperate a favore di investimenti centralizzati. Il futuro ospedale ‘Angelino’ sembra essere l’unica prospettiva per Chioggia, ma nel frattempo assistiamo a uno smantellamento progressivo dei servizi territoriali”.

Un problema più ampio

La questione di Chioggia si inserisce in un contesto più ampio di depotenziamento degli ospedali periferici in Veneto. Baldin ha citato il caso di Dolo, dove diversi reparti trasferiti durante l’emergenza Covid non sono mai tornati operativi. Tra questi, il centro nascite, che prima del 2020 superava i 500 parti annui necessari per la sua esistenza.

La capogruppo pentastellata ha puntato il dito contro la Giunta regionale, accusandola di non rispettare gli impegni sul potenziamento della sanità territoriale: “Oggi, delle 130 strutture tra Case e Ospedali di Comunità previste dal PNRR, solo 9 sono operative. Serve un cambio di passo per riportare i servizi ai livelli pre-pandemia”.

Le richieste alla Regione

La mobilitazione delle forze politiche e sociali di Chioggia punta ora a ottenere risposte chiare e interventi concreti da parte della Regione e dell’ULSS 3 Serenissima.

“Il nostro obiettivo è garantire che l’ospedale di Chioggia continui a offrire servizi essenziali per la comunità. Non possiamo accettare che i cittadini siano costretti a rivolgersi altrove per cure delicate come quelle senologiche”, concludono le opposizioni.

La vicenda resta aperta, in attesa di ulteriori sviluppi e della convocazione della III Commissione comunale. Intanto, il territorio si prepara a far sentire la propria voce per difendere il diritto alla salute.

Written by: Redazione

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