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Il Comitato Forte San Felice lancia un nuovo allarme sull’area verde dell’ex-compendio San Felice, attualmente oggetto di lavori da parte del Consorzio Venezia Nuova. In una lettera indirizzata agli Amministratori del Comune di Chioggia, il Comitato manifesta la propria preoccupazione per le modalità con cui vengono condotti gli interventi e per l’assenza di trasparenza sulle operazioni in corso.
Negli ultimi giorni, numerosi cittadini hanno espresso stupore e indignazione nel vedere operai intenti ad abbattere alberi lungo la strada che costeggia l’area. La mancanza di informazioni chiare sul progetto ha alimentato dubbi e timori sul reale impatto dell’intervento in corso. Già tre mesi fa, all’inizio dei lavori, il Comitato aveva sollecitato l’Amministrazione comunale a promuovere un confronto pubblico sulla trasformazione dell’area in un’oasi naturalistica, senza ricevere alcun riscontro.
Uno degli aspetti più contestati riguarda l’abbattimento di vecchie tamerici, alberi che da oltre ottant’anni caratterizzano il paesaggio e che hanno svolto un ruolo cruciale nella formazione della duna di protezione dell’area verde. “Non riusciamo a credere che il progetto preveda l’eliminazione di questi esemplari storici per sostituirli con nuove piantumazioni che impiegheranno decenni per raggiungere lo stesso sviluppo”, sottolinea il Comitato.
Le richieste di maggiore trasparenza non hanno finora trovato risposta. Il direttore dei lavori non ha fornito indicazioni né ha installato cartelli esplicativi, mentre il naturalista incaricato di supervisionare l’intervento ha rifiutato di accogliere il Comitato durante un sopralluogo.
Di fronte a questa situazione, il Comitato Forte San Felice ha lanciato un accorato appello all’Amministrazione comunale affinché venga organizzato al più presto un incontro pubblico e un sopralluogo urgente nell’area. “Se si attende ancora, i danni potrebbero diventare irreversibili”, avverte il Comitato.
La questione solleva interrogativi sulla gestione del patrimonio ambientale e storico della città, con l’auspicio che un confronto aperto possa portare a soluzioni condivise e rispettose dell’identità del territorio.
Scritto da: Redazione
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