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Dopo le notizie circolate nei giorni scorsi sulla stampa locale, che parlavano di una presunta discarica all’interno dell’area del CSA Casson, arriva la risposta ufficiale da parte del presidente del Consiglio di Amministrazione, Antonio Serraino, che respinge con decisione ogni accusa.
«Le dichiarazioni rilasciate dal consigliere regionale e comunale non rispecchiano la realtà dei fatti — chiarisce Serraino —. La nostra struttura sta semplicemente portando avanti le consuete operazioni di smaltimento di materiali ormai inutilizzabili, come oggetti danneggiati o provenienti dall’area di cantiere, recentemente interessata da lavori di ampliamento.»
Il presidente precisa che, come da prassi, questi materiali vengono temporaneamente accatastati in una zona isolata e non accessibile né a ospiti, né a familiari, né al personale. Un’area chiusa su due lati e collocata in una porzione del giardino poco frequentata, scelta anche perché i rifiuti in questione non comportano alcun rischio ambientale.
Serraino spiega inoltre che lo smaltimento avviene tramite Veritas, azienda incaricata di fornire un cassone scarrabile di grandi dimensioni. «Trattandosi di un servizio a pagamento, il cui costo aumenta con il protrarsi della sosta del cassone, è prassi ottimizzare i tempi: solo dopo aver raccolto un quantitativo sufficiente di materiali si procede al conferimento e al ritiro da parte della ditta.»
Una modalità consolidata nel tempo, sottolinea Serraino, mai contestata né dal comitato dei familiari — con il quale l’amministrazione intrattiene un confronto continuo — né emersa durante le recenti assemblee con residenti e familiari.
«Questa procedura — aggiunge — è pensata anche per ridurre al minimo l’impatto sull’utenza: un cassone lasciato altrove toglierebbe spazio prezioso ai parcheggi, già limitati, penalizzando così familiari e visitatori.»
Il presidente si dice amareggiato per le accuse di «grave danno al decoro della struttura», definendole ingiuste nei confronti del personale che ogni giorno lavora con impegno per garantire agli ospiti un ambiente sicuro e accogliente.
«Preoccupa leggere che sarebbero state fatte segnalazioni, quando in realtà all’ente non ne è giunta alcuna, né tramite URP né attraverso il comitato dei familiari. Dispiace ancor di più constatare che chi ha sollevato il caso non abbia ritenuto di contattare direttamente la struttura prima di diffondere pubblicamente certe affermazioni.»
Concludendo, Serraino ha voluto anche chiarire un particolare curioso: tra gli oggetti accatastati in attesa di smaltimento erano presenti persino dei vecchi sci, probabilmente rimasti dall’area cantiere. «Un oggetto certo inusuale in quel contesto, ma altrettanto innocuo — ha precisato — già collocato nell’apposita area per lo smaltime
Scritto da: Redazione




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