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Nel pieno di un’ondata di caldo che sta infiammando la Penisola, gli italiani scelgono sempre più spesso di dissetarsi con birre artigianali e agricole rigorosamente made in Italy. A certificarlo è un’analisi di Coldiretti e Consorzio Birra Italiana, secondo cui negli ultimi cinque anni è aumentato del 20% il numero di attività che producono birre 100% italiane, dalla coltivazione di orzo e luppolo fino alla spillatura del bicchiere.
Il fenomeno è stato presentato in occasione del Villaggio Coldiretti a Udine, dove è stata lanciata ufficialmente la prima birra sarda interamente realizzata con filiera locale: si chiama Bionda Sarda ed è il frutto di una collaborazione tra Coldiretti e Consorzio Birra Italiana, che coinvolge 20 birrifici artigianali, una cooperativa di produttori di luppolo e una di cerealicoltori.
Il caldo eccezionale di questi giorni sta spingendo verso il consumo di birra, ma a trainare la scelta dei consumatori è anche un desiderio crescente di autenticità e qualità. Sempre più italiani preferiscono birre artigianali e agricole a quelle industriali, attratti da un’offerta che si distingue per originalità, gusto e legame con il territorio.
Le birre 100% italiane si caratterizzano per una varietà sorprendente: al farro, al grano saraceno, al riso Carnaroli o Venere, con castagne, zucca, pane, miele, frutta, spezie e persino mosto d’uva di vitigni autoctoni. Una rivoluzione del gusto che si accompagna alla certezza dell’origine delle materie prime e alla riscoperta di antiche colture agricole.
L’esperienza di Bionda Sarda rappresenta un modello virtuoso: la cooperativa di cerealicoltori fornisce sementi selezionate e assistenza agronomica continua, mentre l’orzo raccolto viene trasformato in malto da destinare direttamente ai birrifici locali, abbattendo i costi di trasporto e valorizzando le risorse del territorio.
Anche la coltivazione del luppolo, da anni relegata quasi esclusivamente all’estero, sta tornando in auge in Italia, nonostante le difficoltà legate al clima. La sostenibilità e la tracciabilità sono garantite anche attraverso un QR code sulla bottiglia, che permette ai consumatori di conoscere tutta la storia della birra, dalla semina al bicchiere.
La crescente domanda di birre agricole offre anche nuove opportunità economiche per il mondo agricolo, favorendo il recupero di aree marginali e dismesse attraverso colture dedicate. Si tratta di un vero e proprio patto tra agricoltori e birrai, che coniuga valorizzazione del territorio, sostenibilità ambientale ed eccellenza enogastronomica.
In un’Italia sempre più attenta alla qualità e all’identità dei propri prodotti, la birra artigianale e agricola si conferma così come una delle più promettenti frontiere del made in Italy, capace di unire tradizione agricola e innovazione brassicola.
Scritto da: Redazione