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today14 Agosto 2025 155 4
Stop al pesce fresco a tavola lungo tutto l’Adriatico. Con il fermo pesca che dal 16 agosto si estenderà anche al tratto di costa da San Benedetto del Tronto a Bari, si completa il blocco delle attività già in corso da Trieste ad Ancona. La sospensione durerà fino al 29 settembre, per poi proseguire, dal 1° al 30 ottobre, nel resto d’Italia, dallo Ionio al Tirreno fino alle Isole.
A darne notizia è Coldiretti Pesca, che rassicura comunque sulla presenza di prodotto italiano grazie alla piccola pesca, alle draghe, all’acquacoltura e alle aree non interessate dal fermo. L’associazione raccomanda ai consumatori di prestare attenzione alle etichette nei banchi di pescherie e supermercati per evitare di acquistare prodotto estero, sempre più diffuso sul mercato nazionale. Negli ultimi quarant’anni, infatti, la dipendenza dall’import è passata dal 30% al 90%, con 840 milioni di chili di pesce straniero arrivati nel 2024 a fronte di una produzione interna di appena 130 milioni di chili.
Per il pesce fresco è obbligatoria l’indicazione dell’origine, ma spesso si trova la zona di cattura, come la dicitura “Fao 37” per il Mediterraneo, invece della parola “Italia”. Nei ristoranti, invece, questa informazione non è presente, mentre per i prodotti di acquacoltura è indicato il Paese di origine.
Un altro strumento utile per riconoscere il prodotto nazionale è la stagionalità. In questo periodo i nostri mari offrono alici, sarde, sgombri, sugarelli, ricciole, cefali, triglie, gallinelle, scorfani, seppie, calamari e polpi, mentre è più difficile trovare merluzzi, naselli, sogliole e rombi, specie che più facilmente provengono dall’estero.
Il fermo pesca 2025 arriva in un momento difficile per il settore, già provato dalle politiche europee e ora ulteriormente preoccupato dalla proposta di bilancio presentata dalla Commissione Von der Leyen, che prevede un taglio di due terzi delle risorse destinate alla pesca: da 6,1 miliardi a poco più di 2 miliardi di euro, con una perdita netta del 67%. Un colpo durissimo per una Flotta Italia che, anche a causa delle decisioni di Bruxelles, ha già perso un terzo delle imbarcazioni e 18mila posti di lavoro.
Scritto da: Redazione
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