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Nuovo incontro al MISE stamattina, il primo dopo la sentenza del Consiglio di Stato sul Deposito Gpl in Val da Rio a Chioggia. Erano presenti di rappresentanti di: MISE, MIBAC, MIT, Regione del Veneto, Autorità di Sistema Portuale, Città Metropolitana di Venezia, Comitato No Gpl, Comune di Chioggia e Costa Bioenergie.
«Il Ministero dello Sviluppo Economico ci ha comunicato che l’autorizzazione del 2015 non è omnicomprensiva, ovvero non riguarda il deposito a terra e anche la parte a mare, con l’accesso al porto di Chioggia delle navi gasiere in laguna – spiega il Vicesindaco di Chioggia Marco Veronese –. La variante al piano regolatore portuale, con tutto l’iter che ne consegue (Valutazione di Impatto Ambientale, Piano di Sicurezza del Porto), non può essere bypassato: si tratterebbe di adeguare il traffico petrolifero a un porto che a tutt’oggi è commerciale, essendo in vigore il piano portuale Gottardo approvato dal Ministero nel 1981. Un iter complesso che non può prescindere dalle prescrizioni della Legge Speciale per Venezia e che coinvolgerebbe nel procedimento l’Autorità di Sistema Portuale e la Capitaneria di Porto».
«Sono sorpreso dalla durezza di Costa Bioenergie in questo confronto tra Enti – aggiunge il Presidente del Consiglio Comunale Endri Bullo – la ditta si è fatta forza della sentenza del Consiglio di Stato, che però, come ci aspettavamo, non comprende il transito delle navi gasiere nel nostro porto».
«Condivido le posizioni del Ministero dello Sviluppo Economico e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – conclude il Sindaco Alessandro Ferro – la partita è ancora aperta. Le autorizzazioni che attualmente la ditta possiede non sono sufficienti affinché il deposito entri in funzione e inoltre la sicurezza del porto va regolamentata, per le ditte che ci lavorano e per il centro abitato che sul porto si affaccia».
Written by: Redazione