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Irrispettoso episodio quello documentato nei social da Piero Mescalchin, presidente dell’Associazione Onlus Tegnue, che attraverso le pagine del proprio profilo Facebook ha denunciato la pesca illegale che tuttora avviene nella zona di tutela biologica delle Tegnue, al largo di Chioggia.
Sul video e sulla foto diventati in pochi minuti virali, si vedono i resti di alcune reti da pesca di tipo professionali, abbandonate sul delicato ecosistema marino. Impigliata nelle reti è anche possibile vedere quella che oramai è diventata la carcassa di una tartaruga marina.
“Purtroppo oggi non vi mostro la consueta clip video con le bellezze delle Tegnue – spiega Mescalchin, solito a diffondere attraverso il web immagini dei fondali dell’Alto Adriatico – ma il triste risultato di una azione di pesca illegale fatta su una Zona di Tutela Biologica dove da vent’anni è proibita la pesca!! Una rete impigliata su una Tegnue e di conseguenza una sfortunata tartaruga. Siamo in mare aperto e risulta difficile anche il controllo. L’unica speranza é confidare sul senso civico, ancora scarso, di chi frequenta il mare per lavoro!!“
Un nome, quello delle tegnue, dato proprio dai pescatori chioggiotti a quel luogo nel quale – ancora prima di diventare zona a tutela biologica – impigliavano le reti da pesca nelle rocce del fondale marino e ne tratteneva le reti.
Written by: Redazione