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Si accende il dibattito in vista dello ‘sciopero nazionale’ della pesca di sabato 12 giugno lanciato dal coordinamento dei pescatori dell’alleanza delle cooperative italiane. Sta – infatti – crescendo anche in Veneto ed in particolar modo a Chioggia il disagio rispetto alle prospettive di riduzione dello sforzo pesca previste dalla Commissione Europea (tra il 10% ed il 30% per la pesca a strascico nel Mar Mediterraneo occidentale e per quella demersale e dei piccoli pelagici in Adriatico).
Già a dicembre le sirene dei pescherecci della marineria clodiense si erano levate a protesta contro questo scenario che potrebbe portare con sé effetti devastanti per l’economia del territorio.
Emanuele Mazzaro – amministratore unico di S.S.T. spa società servizi territoriali & direttore del Mercato Ittico all’ingrosso di Chioggia chiama il settore ittico a raccolta:
“Il Mercato Ittico all’ingrosso di Chioggia è il simbolo della blue economy del Mare Adriatico e ho perciò accolto di buon grado l’appello dei pescatori dell’alleanza delle cooperative. L’intero settore ittico è in subbuglio e per la mobilitazione del 12 giugno si prevede una pacifica invasione di Venezia per salvare l’avvenire di migliaia di posti di lavoro, e l’equilibrio economico di un territorio che negli anni è rimasto a galla grazie proprio all’attività della pesca.”
E continua: “Il rischio è che venga sferrato un colpo letale a moltissime imprese della filiera ittica che generano quotidianamente ricchezza e sviluppo. Solo in Veneto nel distretto di Rovigo e Chioggia sono oltre duemila le aziende con quasi un miliardo di euro di fatturato. Una riconversione in tempi ristretti è pura utopia e la politica dovrebbe fare quadrato per salvare l’avvenire di migliaia di operatori e famiglie. Invito il presidente della Regione Luca Zaia a partecipare o – quantomeno – lanciare un segnale forte a difesa del mondo della Pesca che in Veneto ha una tradizione millenaria.”.
Conclude Mazzaro: “In questi giorni anche il mondo accademico italiano – con in prima linea docenti e ricercatori dell’Università degli studi di Padova, di Napoli, Palermo e del CNR ha chiarito che esiste una ‘pesca sostenibile’ e che nel nostro paese la situazione sia radicalmente diversa rispetto a quella descritta da ‘Seaspiracy’ il discusso documentario andato in onda su Netflix che criminalizza l’intero settore.”
Scritto da: Redazione