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Si è svolto questa mattina, alle 12, il quinto test di IT-alert, il sistema di allarme pubblico di cui si sta dotando l’Italia: intorno alle ore 12 sui cellulari, accesi e con connessione telefonica, di coloro che si trovavano in Emilia-Romagna e nelle aree limitrofe delle altre regioni è arrivato un messaggio di test.
Secondo le testimonianze che ci sono state riportate a squillare sono però stati anche numerosi cellulari di cittadini chioggiotti. Nei giorni scorsi la Regione del Veneto aveva allertato della possibilità che – anche nella nostra Regione – alcuni dispositivi agganciassero il segnale proveniente da oltre confine regionale, ricevendo quindi i messaggi di test del sistema di allarme pubblico.
Il test in Emilia-Romagna chiude la prima fase di sperimentazioni del nuovo sistema che ha preso il via il 28 giugno scorso in Toscana e che è proseguita in Sardegna, Sicilia e Calabria. Nei prossimi mesi sarà effettuato uno specifico test all’interno della Regione Veneto, così come nelle altre regioni confinanti.
Superata la fase di test, IT-alert consentirà di informare direttamente la popolazione in caso di gravi emergenze imminenti o in corso, in particolare rispetto a sei casistiche di competenza del Servizio nazionale di protezione civile: in caso di maremoto (generato da un terremoto), collasso di una grande diga, attività vulcanica (per i vulcani Vesuvio, Campi Flegrei, Vulcano e Stromboli), incidenti nucleari o emergenze radiologiche, incidenti rilevanti in stabilimenti industriali o precipitazioni intense. È importante sottolineare che IT-alert e non sostituirà le modalità di informazione e comunicazione già in uso a livello regionale e locale, ma andrà a integrarle.
Ogni dispositivo mobile connesso alle reti degli operatori di telefonia può ricevere un messaggio “IT-alert”: non è necessario iscriversi né scaricare nessuna applicazione, e il servizio è anonimo e gratuito per gli utenti. Attraverso la tecnologia cell-broadcast i messaggi IT-alert possono essere inviati a un gruppo di celle telefoniche geograficamente vicine, delimitando un’area il più possibile corrispondente a quella interessata dall’emergenza. Ci sono ovviamente dei limiti tecnologici: un messaggio indirizzato a un’area può raggiungere anche utenti che si trovano al di fuori dell’area stessa oppure in aree senza copertura può capitare che il messaggio non venga recapitato. La capacità di ricevere i messaggi dipenderà anche dal dispositivo e dalla versione del sistema operativo installata sul cellulare: i test serviranno a verificare tutte le eventuali criticità per ottimizzare il sistema.
Scritto da: Redazione