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Tari insostenibile, gli operatori turistici del litorale chiedono un tavolo di confronto con Comune e Veritas

today22 Maggio 2025 8

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Una Tari sempre più insostenibile sta mettendo in ginocchio il settore turistico balneare del territorio. È il grido d’allarme lanciato martedì sera dalle associazioni Gebis Chioggia Spiagge e Cisa Camping, che hanno convocato un’assemblea straordinaria per reagire ai nuovi aumenti della tassa sui rifiuti votati lunedì in Consiglio comunale.

Un rincaro che, in media, sfiora il 12-13% per le imprese (oltre al 6-7% sulle utenze domestiche), e che si somma agli incrementi degli ultimi anni: dal 2022 a oggi la Tari è aumentata del 40%. Per un’impresa media del litorale, questo significa passare da 30.000 a 42.000 euro l’anno solo per la bolletta rifiuti.

«Dopo quest’ennesimo aumento – denuncia Gianni Boscolo Moretto, presidente di Gebis – ci sentiamo in dovere di dire con chiarezza che così non si può più andare avanti. Non si può far passare il messaggio che una categoria non paghi, scaricando così la colpa sulle famiglie. Dietro le imprese balneari ci sono 1.500 famiglie, 5.000 cittadini. La Tari la paghiamo come imprese e anche come residenti. Ma ora è arrivato il momento di affrontare seriamente il nodo della tariffa, che non è calcolata in modo equo».

Dalla Tari alla Tarip: “Serve una tariffa puntuale”

Al centro delle richieste degli operatori c’è una rivisitazione strutturale del sistema di calcolo: attualmente, la Tari viene determinata in base a coefficienti ipotetici di produzione dei rifiuti, non sulla quantità effettiva raccolta. Le imprese chiedono quindi il passaggio alla Tarip, ovvero la tariffa puntuale basata sul peso reale dei rifiuti prodotti.

«Abbiamo solo 100 giorni produttivi l’anno – spiega Boscolo Moretto – e la produzione di rifiuti è concentrata in una sola area della spiaggia, quella degli ombrelloni. Le altre due zone, battigia e servizi, non dovrebbero essere conteggiate come oggi. Inoltre, i ristoranti e i chioschi sulla spiaggia pagano già una loro Tari separata. Non si può continuare con un sistema rigido e inadeguato».

Campeggi e stabilimenti penalizzati

Dal 2003 a oggi, ricordano i rappresentanti di Cisa Camping, la Tari è praticamente raddoppiata. Molte strutture si sono organizzate in autonomia, affidando la raccolta a soggetti privati, ma devono comunque versare a Veritas la quota fissa, che è passata dal 45 al 55%.

«Va fatto anche un ragionamento sullo spiaggiato – interviene Raffaella Boscolo, presidente di Cisa – che arriva spesso da altre realtà e finisce però nella bolletta del Comune di Chioggia. Inoltre, contribuiamo già alla Tari con una quota della tassa di soggiorno: circa 250.000 euro. È ora di sedersi attorno a un tavolo e rivedere tutto il sistema».

Una pressione fiscale insostenibile

L’allarme riguarda anche altri aumenti recenti, come il Canone Unico su pubblicità e plateatici, che si è aggiunto a un quadro già complesso. «Il peso complessivo sulle imprese sta diventando soffocante – denuncia ancora Boscolo – e se non si interviene aumenteranno insoluti e chiusure. In cinque anni, la bolletta complessiva della Tari a Chioggia è passata da 13 a 19 milioni di euro. Ma non basta dividere la spesa tra le utenze: bisogna capire come viene calcolata e contenere gli aumenti alla radice».

«La politica si assuma la responsabilità»

La richiesta unanime è l’apertura di un tavolo di confronto con Comune e Veritas, per analizzare in modo trasparente i costi del servizio e introdurre una tariffazione più equa.

«La politica ha delle responsabilità – conclude Boscolo Moretto – e non da oggi. Dal 2003 si sono succedute giunte di ogni colore e il copione è sempre lo stesso: chi governa approva gli aumenti, chi è all’opposizione li contesta. Poi si scambiano i ruoli. Ora serve un cambio di rotta. Serve un’analisi seria e servono anche più controlli sull’abusivismo, perché se tutti pagano, si paga meno».

Written by: Redazione

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