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Tasse: Per la CGIA di Mestre le imprese venete pagano 36 volte in più dei colossi del web

today30 Dicembre 2023 58 3

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Ancorchè il risultato della comparazione risenta di alcune fragilità presenti nella metodologia di calcolo adottata, tutte le imprese venete nel 2020 (ultimo anno in cui il dato è disponibile) hanno versato all’erario 5,9 miliardi di imposte sul reddito, mentre le 25 principali multinazionali del web presenti nel Paese, benché abbiano realizzato oltre 9 miliardi di fatturato, nel 2022 hanno versato al fisco solo 162 milioni di euro. Teniamo a sottolineare che si tratta di un banalissimo caso di scuola che ha l’obbiettivo di dimostrare, in linea puramente teorica, che le nostre imprese, prevalentemente micro, pagano complessivamente molto di più delle grandi Web companies: per la precisione 36,7 volte. Non solo. In Italia solo le aziende lombarde e laziali hanno registrato uno sforzo fiscale rispetto ai giganti digitali superiore al nostro. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA.

Quella appena accennata è una comparazione che, con tutti i suoi limiti metodologici, evidenzia come le grandi multinazionali, in questo caso tecnologiche, sia riservato un carico fiscale molto modesto. Non solo. Va segnalato che tra il 2014 e il 2022 le principali multinazionali del web presenti in Italia hanno eluso il fisco dei paesi in cui operano per 99,7 miliardi di euro: di cui 49 tra il 2014 e il 2018 e 50,7 tra il 2019 e il 2022 .

Tutto questo è avvenuto grazie al fatto che una parte importante degli utili ante imposte realizzati da questi giganti digitali è stata “trasferita” nei paesi a fiscalità agevolata, garantendo a questi grandi gruppi risparmi fiscali miliardari. Un comportamento alquanto discutibile che, teniamo a precisare, è imputabile alla condotta di sole 25 WebSoft presenti anche nel nostro Paese . Fenomeno, quello dell’elusione praticata da questi big, che in Italia non siamo in grado di dimensionare, ma sappiamo certamente che presenta volumi importanti. Ovviamente è sempre sbagliato generalizzare, tuttavia se teniamo conto che in Italia il numero totale delle imprese controllate dalle multinazionali straniere è pari a 17.641 , è probabile che molte di queste ricorrano con una certa frequenza a questa pratica molto discutibile.

Va comunque sottolineato che, a differenza dell’evasione fiscale, l’elusione non è sanzionata penalmente dal nostro ordinamento giuridico, ma solo amministrativamente. Tuttavia, appare evidente che chi pianifica scientificamente queste operazioni di aggiramento degli obblighi fiscali, tiene una condotta eticamente riprovevole tanto quanto chi evade.

Dal 2024 arriva la Global minimum tax
Il 19 dicembre scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto di attuazione della delega che recepisce la Direttiva europea 2022/2523 in materia di imposizione minima globale. In altre parole, anche in Italia, a partire dal 2024 sarà operativa la Global minimum tax; quest’ultima avrà un’aliquota del 15 per cento che graverà sugli utili realizzati dalle multinazionali con fatturato annuo superiore a 750 milioni di euro. Nello specifico, la direttiva introduce due regole volte proprio a colpire tutte le fattispecie con cui le grandi holding riescono a “dribblare” i propri obblighi nei confronti del fisco nazionale:
 l’imposta minima integrativa che devono pagare le imprese controllanti localizzate in Italia di gruppi multinazionali o nazionali in relazione alle imprese soggette ad una bassa imposizione, ovvero inferiore al 15 per cento, che fanno parte del gruppo;
 l’imposta minima suppletiva: a versarla una o più imprese di un gruppo multinazionale localizzate in Italia in relazione alle imprese che fanno parte del gruppo soggette ad una bassa imposizione quando non è stata applicata, in tutto o in parte, l’imposta minima integrativa equivalente in altri Paesi.

Dal gettito solo briciole
Nonostante questo provvedimento abbia riscosso un grande consenso sia tra l’opinione pubblica che tra gli addetti ai lavori, gli effetti per le casse del nostro fisco rischiano di essere insignificanti. Secondo il dossier curato dal Servizio Bilancio dello Stato della Camera , il gettito previsto dalla sola applicazione dell’aliquota del 15 per cento sulle multinazionali sarà irrilevante. Si stima che nel 2025 l’erario possa incassare 381,3 milioni di euro, nel 2026 il gettito dovrebbe salire a 427,9 e nel 2027 raggiungere i 432,5. Nel 2033, ultimo anno in cui nel documento si stimano le entrate, le stesse dovrebbero sfiorare i 500 milioni di euro.

Sulle imprese aliquota doppia a quella applicata alle multinazionali
Se alle multinazionali con più di 750 milioni di fatturato annuo dal 2024 verrà applicata sugli utili realizzati un’aliquota del 15 per cento, sulle nostre imprese, invece, grava un prelievo fiscale medio di almeno il 30 per cento ; praticamente il doppio. Sebbene negli ultimi anni ci sia stato un leggero calo della pressione fiscale, la tassazione sulle nostre piccole realtà imprenditoriali, soprattutto nel Veneto, rimane ancora eccessivo

Scritto da: Redazione

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