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Sportelli pubblici: Anche in Veneto tempi di attesa e code più lunghi

today12 Marzo 2024 19

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Con la fine del Covid, anche i cittadini veneti hanno ricominciato a frequentare gli uffici pubblici e, conseguentemente, i tempi di attesa agli sportelli sono tornati ad aumentare. Rispetto a prima dell’avvento della pandemia, molte amministrazioni pubbliche non potendo ancora contare sulla presenza di tutto il personale effettivo, presentavano ancora livelli di produttività sotto soglia. Senza contare che in questi ultimi anni è continuato ad aumentare il numero di chi è andato in pensione senza essere rimpiazzato da un nuovo assunto. Insomma, dall’anno scorso i veneti sono tornati a frequentare gli uffici pubblici, ma, per tutta una serie di ragioni, questi ultimi non hanno ancora recuperato una performance ottimale. Sebbene il Veneto rimanga comunque un’isola felice per quanto concerne l’efficienza della PA, è riaffiorato un problema che in questi ultimi anni avevamo rimosso: soprattutto nelle ASL e nei Comuni più grandi le code agli sportelli sono tornate ad allungarsi e ad aspettare più a lungo sono le persone anziane.

I giovani e le persone di mezza età, infatti, patiscono meno questi disagi; con maggiori conoscenze informatiche degli over 64, sempre più spesso non hanno la necessità di recarsi presso gli uffici pubblici. Grazie all’utilizzo del personal computer o dello smartphone, da qualche anno possono entrare in possesso dei documenti che necessitano standosene comodamente a casa. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA.

Il Covid ha allontanato i cittadini dagli uffici pubblici
La forte contrazione degli accessi agli uffici pubblici e la conseguente diminuzione dei tempi di attesa avvenuti tra il 2020 e il 2021 sono riconducibili al fatto che con la pandemia quasi tutti gli sportelli delle amministrazioni comunali front office hanno deciso di lavorare su appuntamento. Negli ospedali, invece, a causa del Covid, gli ingressi sono stati contingentati, contribuendo a diminuire le presenze complessive. Altresì, grazie al potenziamento dei call center telefonici e dei sevizi offerti attraverso il sito internet – come i pagamenti, le prenotazioni on line delle visite, delle prestazioni ambulatoriali e il ritiro dei referti/certificati – le strutture ospedaliere hanno contribuito a diminuire ulteriormente l’affluenza ai propri sportelli.

I numeri
Nel 2023 il 39,7 per cento dei veneti che si sono recati in uno sportello di una ASL ha denunciato di aver atteso oltre 20 minuti. La nostra media regionale rimane di circa 10 punti inferiore a quella nazionale. Tra il 2021, anno in cui ci trovavamo in piena crisi pandemica, e il 2023, primo anno post Covid, i veneti che si sono recati presso una ASL e hanno denunciato di essere rimasti in attesa più di 20 minuti sono aumentati del 31,9 per cento, Possiamo quindi stimare con buona approssimazione che in questi ultimi due anni chi frequenta una ASL ed aspetta più di 20 minuti allo sportello ha visto allungarsi la coda di 10 persone. Solo in Abruzzo si è verificata una situazione più critica della nostra.
A livello regionale nel 2023 gli sportelli ASL più “lumaca” nell’espletare i referti e le pratiche tecnico/burocratiche sono stati quelli ubicati in Sicilia. Nella regione più a sud del Paese, il 68,4 per cento degli over 18 ha dichiarato di aver atteso più di 20 minuti. Seguono le ASL di Molise con ritardi denunciati dal 67,6 per cento dei cittadini, la Calabria con il 67,2 per cento, la Campania il 65,8 per cento e la Basilicata con il 65 per cento.

Scritto da: Redazione

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